Descrizione
“Tutto qui è bello, l’aria, la luce, il cielo, gli alberi, i monti, le valli, il mare! Allorché ringrazio il Signore di tutte queste belle cose, io lo faccio con una parola, con una lacrima, con uno sguardo, sola in mezzo ai campi, inginocchiata sul musco dei boschi o seduta sull’erba. Ma mi pare che il buon Dio debba esserne più contento perché lo ringrazio con tutta l’anima, e il mio pensiero non è imprigionato sotto le oscure vôlte del coro, ma si stende per le ombre maestose di questi boschi, e per tutta l’immensità di questo cielo e di quest’orizzonte. Ci chiamano le elette perché siamo destinate a divenire spose del Signore: ma il buon Dio non ha forse fatto per tutti queste belle cose? E perché soltanto le sue spose dovrebbero esserne prive?”
Storia di una capinera è il romanzo epistolare che rivelò Verga al grande pubblico e che fu il suo più duraturo successo. Pubblicato per la prima volta in rivista nel 1870, apparve in volume l’anno seguente con sostanziali modifiche; dopo essere stato acquistato da Treves, fu riproposto, in una nuova veste, nel 1873.
La patetica storia di Maria, la giovinetta costretta a farsi monaca e a nascondere la sua passione e le sue tragiche sofferenze, forse la più delicata fra le eroine conventuali dell’epoca, non contiene solo una denuncia sociale e la proposta di un argomento scottante e dibattuto «di attualità palpitante», ma è «uno studio fisiologico e patologico di un cuore che si spezza».
La presente edizione, curata da Enrico De Luca e pubblicata in occasione del primo centenario della morte dell’autore, propone il testo della prima edizione Treves che, confrontato con quello delle edizioni successive (tra cui la seconda, la terza e la tredicesima), è risultato in molti punti il più corretto.
Edizione speciale centenario verghiano
Giovanni Verga (1840-1922) scrive il suo primo romanzo, Amore e Patria, poco più che quindicenne, dopo aver abbandonato gli studi di legge all’Università di Catania nel 1861; pubblica a proprie spese I Carbonari della montagna, seguìto nel 1863 da un altro romanzo patriottico, Sulle lagune. A partire dal 1865, visita più volte Firenze, dove ritornerà nel 1869 e scriverà Storia di una capinera ed Eva. Fra i titoli successivi ricordiamo le raccolte di novelle Vita dei campi (1880), Per le vie (1883) e Vagabondaggio (1887) e i romanzi I Malavoglia (1881), Mastro-don Gesualdo (1888/89) e Dal tuo al mio (1906/07).
Enrico De Luca lavora presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria, occupandosi di filologia e metrica in àmbito sia letterario che musicale. Ha studiato, fra le altre cose, un volgarizzamento anonimo trecentesco della Legenda Aurea, il Compendium metrico di Francesco Baratella del quale ha curato un’edizione critica (Cesati 2017), le redazioni del Trattatello in laude di Dante di Boccaccio, un isolario poetico veneziano del xv secolo, la Pistola fatta per la peste di Lorenzo di Filippo Strozzi (Edizioni dell’Orso 2020), ecc. Ha curato un’antologia petrarchesca (Unicopli 2013) e ha collaborato all’Enciclopedia Machiavelliana (Treccani 2013). È redattore delle riviste «Interpres» e «Filologia antica e moderna», collabora come recensore con «La Rassegna della letteratura italiana» e ha fondato e dirige presso Caravaggio Editore le collane di classici della letteratura universale: Classici ritrovati; Frammenti d’autore; Gemme; Fasci di lettere.
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