Con questo articolo inauguriamo una nuova sezione del Blog dedicata alle recensioni di nostri libri (quelle che ci hanno più colpito) a cura di lettrici, lettori e bookblogger che ci seguono. Iniziamo con questa interessantissima recensione su Papà Gambalunga:
Scritto e ambientato nei primi anni del Novecento, il testo narra le vicende di un’orfana diciassettenne che, cresciuta e parzialmente istruita nell’Istituto John Grier, ha l’immensa fortuna di veder cambiare il corso della sua vita diventandone, finalmente, una protagonista attiva. È infatti un “deprimente mercoledì” quello in cui uno dei benefattori dell’orfanotrofio decide di farsi carico dell’istruzione universitaria della giovane Jerusha Abbott -scegliere nomi usando lapidi non sempre dà i suoi frutti!-.
Jerusha ebbe una fugace visione dell’uomo… e la visione consisteva interamente nell’altezza. […] L’ombra mostrava delle gambe e delle braccia mostruosamente allungate […] Sembrava, davvero, un enorme, gesticolante papà gambalunga.
Per una ragazza che mai -e fino alla fine del testo- ha sentito di appartenere a qualcuno/qualcosa, che mai ha potuto godere e gioire di un vivo e sincero interesse nei suoi confronti, questo, è un dono del Cielo che lei non tarderà a fare suo. Da qui si dipana la dolcissima ed intelligentissima storia che molti di noi ricordano grazie all’anime del 1990 -inutile mentire! Conosco la sigla a memoria!-. Non vi parlerò quindi della trama in sé, ma vorrei focalizzarmi sui punti cardine che rendono questo libro un classico moderno.
Iniziamo chiarendo il basilare concetto che tale testo NON È un romanzo per ragazzi -o meglio, non solo!- , anzi, è un romanzo di formazione, di presa di coscienza e critica -in senso lato- adatto ad un pubblico molto più ampio. Relegare il libro della Webster in una categoria, seppur importante, quale quella dei giovani lettori non aiuta a far emergere l’importanza dei temi trattati con dovizia e nonchalanche dall’autrice. Temi che solo un lettore più maturo può recepire nella loro totalità. Tra tutti, quelli riguardanti l’emancipazione e l’indipendenza femminile, strettamente legati alla battaglia femmista che già dal 1848 imperversava negli Stati Uniti d’America. Tematiche importanti e sempre attuali che ci consentono di meglio comprendere l’evoluzione mentale di Judy. Il passaggio da ragazza a donna ricopre un arco temporale di quattro anni -quelli del college- durante i quali la nostra protagonista sviluppa la sua figura e i suoi ideali contemporaneamente allo scorrere del tempo storico e agli eventi caratterizzanti. Un aspetto fondamentale è sottolineato, più volte, dal fatto che Judy vive una condizione di “privilegiata“. Solitamente, infatti, i benefettori in odor di mecenatismo sceglievano di investire il loro denaro nell’istruzione maschile. Ma in questo caso è la meritocrazia a vincere e a dare a Judy una speranza, indipendentemente dal sesso. Nel testo vi è anche una non poco velata critica nei confronti della classe sociale particolarmente abbiente che mal disponde delle proprie fortune. E Judy, in una delle tante lettere, non mancherà di farlo notare mettendo a confronto le sig.re Pendleton e McBride -l’onestà intellettuale e morale di Judy la porta a discutere di tutto con estrema sincerità, fatto che la rende simpaticamente umana e apprezzabile-.
In questo romanzo epistolare sui generis -verte in una sola direzione: quella di Mr. John Smith alias Papà Gambalunga-, Judy metterà a nudo le sue emozioni e il suo straniamento, ma, da personaggio altamente positivo qual è ci farà comprendere quanto una donna possa essere forte e risoluta, anche in un mondo ancora basato sull’egemonia ominile. La bontà umana corre sullo stesso binario dell’ideologia politica -Judy si dichiara aperta al progresso, purché avvenga contestualmente o dopo una dovuta istruzione delle masse- e dell’empatia, importante tanto quanto lo è l’immaginazione.
Penso che la Webster abbia creato un microcosmo sempiterno abitato da personaggi che incarnano tutte le personalità tipiche dell’epoca e, utilizzando un linguaggio schietto e chiaro, che si evolve contestualmente a Judy, riesca a toccare le corde del cuore di chiunque senza badare all’età. Consiglio vivamente la lettura di questo volume in questa edizione poiché oltre a trovarvi il testo integrale vi troverete anche le illustrazioni originali della stessa autrice. La traduzione e la cura del Prof. De Luca -senza dimenticare la Chiaromonte-, l’apparato di note critiche e una ottima introduzione, rendono ancora più pregiata questa storia e lasciano presagire un seguito di tutto rispetto e altrettanto ben curato. Vorrei inoltre ringraziare il Prof. De Luca, pubblicamente, per la sua disponibilità a chiarire aspetti tecnici del testo e per la voglia di confrontarsi con una lettrice puntigliosa che ha voglia di capire e imparare.
A cura di Imma Giliberto (link all’articolo nel suo blog qui).
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