Il romanzo storico è un genere che in questi anni è particolarmente alla ribalta, soprattutto perché oggi si trova spesso contaminato con altri generi, così da far aumentare la passione per il contesto di riferimento. Al di là del romanzo storico tout court, legato quindi a figure importanti e note del nostro passato, a periodi storici, storico-artistici in particolare, che hanno quindi come scopo principale quello di informare e far conoscere il nostro passato, troviamo svariati romanzi che possono essere racchiusi nella categoria vasta della narrativa generica e che pure presentano connotati importanti del romanzo storico e infarinature culturali che hanno il merito di risvegliare nel lettore una notevole volontà a “saperne di più”.
Il romanzo storico come genere
Il romanzo storico è un genere di per sé ibrido, perché unisce realtà e finzione. Cosa significa? Per romanzo storico si intende un racconto che permetta al lettore di entrare in contatto con un dato ambiente storico e geografico e questo significa anche con gli usi e i costumi di quella data epoca, con gli avvenimenti importanti che l’hanno segnata, con le mode del tempo, con le condizioni sociali dei personaggi che vi si muovono. L’autore fa quindi voto di raccontare la veridicità di quei fatti – cosa che porta sempre a un comprovato lavoro sulle fonti – ma ha comunque la libertà di inserire in quel dato contesto personaggi e fatti totalmente inventati. Senza dubbio, è questa la fascinazione più grande che risiede in questo genere di romanzo perché, seppur inventati, i personaggi risultano credibili e verosimili, tanto che spesso il lettore si trova a domandarsi se non siano esistiti davvero e apprendere che così non è crea, inevitabilmente, un moto di delusione.
Come dicevamo prima, al di là di uno certo ibridismo in sé del romanzo storico, quello a cui si assiste sempre più frequentemente oggi, è la fusione del romanzo storico con altri generi della narrativa. Il connubio è assolutamente vincente quando i due generi amalgamati sono il romanzo storico e il giallo o il mystery.
I gialli, come anche i romanzi mystery, sono quelle storie che per antonomasia si dimostrano molto accattivanti, capaci di tenere i lettori incollati alle pagine, stimolandone l’arguzia e l’immaginazione. Questo tipo di coinvolgimento ed empatia raggiunge livelli ancora più elevati quando i fatti narrati si immergono in un contesto ben definito e raccontato. Anche per la storia della letteratura stessa viene naturale figurarsi un macabro omicidio in un Paese del Nord Europa, così come è naturale credere che nella Londra di fine ‘700 potessero esserci speziali in grado di produrre tinture velenose. Oppure di leggere di un delitto passionale nella bella cornice della Francia provenzale. E quando questo contesto geografico diviene anche contesto storico, allora, il successo della storia è assicurato. Questo perché il lettore è avido di sapere e di conoscere e la sua mente gioisce se deve cogliere tutti i dettagli e gli indizi necessari al risolvimento del caso in questione, in un contesto a lui nuovo e tutto da immaginare, affidandosi interamente alle parole dell’autore.
Alcuni esempi
Un esempio di questo tipo è sicuramente la saga (ancora in corso di scrittura) di Jessica Fellows, nipote del noto scrittore Julian Fellows, che ha dedicato per il momento quattro libri alle sorelle Mitford. La famiglia Mitford è una famiglia realmente esistita nella Londra dei primi ‘900, le cui figlie hanno destato scalpore, indignazione, ammirazione, facendo parte delle cronache mondane, e non, dell’epoca. Sulla base di articoli giornalistici di quegli anni, raccolti e studiati, la Fellows imbastisce le sue trame ricche in pieno stile giallo: assassini di infermiere o di giovani rampolli, processi giudiziari o scandali che coinvolgono direttamente la famiglia Mitford. L’elemento interessante è che, in questa saga, la storicità è visibile tanto nel racconto degli usi di una famiglia realmente esistita, tanto quanto nel racconto dei casi che vengono man mano trattati che, come detto sopra, prendono ispirazione da fatti di cronaca realmente accaduti. A questo punto abbiamo l’incontro con la finzione: l’invenzione di due personaggi perfettamente calati nel contesto in cui si muovono e quindi credibili: una cameriera personale e un poliziotto.
Un altro esempio ancora ci viene dalla letteratura d’oltreoceano. In questo caso assistiamo alla fusione di ben tre generi: il romanzo storico, quello investigativo e quello storico-artistico. Mi riferisco al romanzo di Barbara A. Shapiro L’artista. Qui ci troviamo davanti a un romanzo a due voci che ci racconta, nel presente, le indagini di una giovane donna appassionata d’arte, per ricostruire la storia della sua prozia di cui si sono perse le tracce; nel passato, ci racconta la storia di questa prozia da ragazza, quando sbarcò in America per sfuggire alle persecuzioni naziste e che prese parte al movimento dell’espressionismo americano. Anche in questo caso, il contesto storico e storico-artistico, così come molti artisti citati sono veri e reali, è la storia della prozia e la sua stessa esistenza a essere stata inventata di sana pianta; eppure è così credibile da non riuscire ad accettare che non sia esistita.
Oltre al genere giallo, abbiamo parlato del mystery storico e qui mi vengono in mente due esempi: Il segreto della speziale di Sarah Penner e Il diavolo e l’acqua scura di Stuart Turton. Li cito perché entrambi sono importanti per parlare del lavoro sulle fonti, aspetto essenziale quando si decide di scrivere un romanzo storico. Chiaramente, il lavoro è stato fatto anche per i romanzi precedentemente citati. Nel primo caso, l’autrice, raccontando dell’arte di una speziale londinese, ha dovuto compiere numerosi studi sull’arte delle erbe e su come funzionavano le farmacie del Settecento. Nel secondo caso, invece, in un’intervista l’autore, Turton, racconta che il libro sia nato nella sua testa parecchi anni prima, quando in un viaggio in Australia visitò un museo che raccontava dell’epico naufragio della nave “Batavia”. Da questo fatto storico, Turton, ricercando tutti gli elementi tipici del periodo di riferimento (il 1600) – costumi, usi, tratte delle Compagnie delle Indie, superstizioni e credenze, gerarchie militari e navali – ha costruito una storia ricca di suspense, segreti da scoprire e omicidi da smascherare.
Spostandoci su generi diversi, un esempio perfetto di romanzo storico è quello della dilogia dei Leoni di Sicilia, di Stefania Auci. La stessa Auci, alla fine del libro, ci racconta di quanto duro lavoro ci sia stato nel reperire le fonti per raccontare dell’ascesa e del declino di una delle più importanti famiglie siciliane a livello europeo, i Florio. Tra documenti e testimonianze andate perse, la Auci ha dovuto fare un vero lavoro di ricerca, che però le ha permesso di raccontare con dovizia di particolari la storia, non solo della famiglia Florio, ma anche dell’Italia, dai Borbone fino alla Repubblica.
Considerazioni finali
Quale che sia l’abbinamento che si preferisca di romanzo storico con altro genere narrativo, il risultato è sempre una storia dal valore aggiunto. Inserire una trama e dei personaggi in un dato ambiente, calarli negli usi e costumi di un’epoca, di un Paese, di una cultura vuol dire dare spessore a quella trama e a quei personaggi. Vuol dire inserirli in contesti credibili che aumentano la fascinazione del lettore. Insomma, non è difficile capire perché il romanzo storico, oggi, abbia così successo.
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