Ci scusiamo se questo nostro articolo di approfondimento arriva solo oggi; purtroppo il caso Taccuino è esploso sabato sera (o almeno, sabato sera siamo venuti a conoscenza del fatto grazie ad alcuni messaggi privati e menzioni, in primis quelle di @la_spacciatricedilibri e poi di @leggeretisalva, che ringraziamo) e abbiamo avuto a malapena il tempo di creare alcune stories, quanto meno per tranquillizzare chi ci segue e condannare a nostra volta i riprovevoli messaggi rivolti a @lettriceperpassioneblog.
I nostri rapporti col Taccuino Ufficio Stampa
Tra fine 2018 e inizio 2019 abbiamo avuto il dispiacere di collaborare con questa realtà che, per contratto, assicurava una serie di servizi (descritti in maniera fin troppo dettagliata). La collaborazione è durata qualche mese ed è finita in malo modo in quanto i risultati sono stati fortemente disattesi e la colpa è diventata automaticamente dei nostri autori, evidentemente “poco interessanti” (evitiamo di riportare le parole esatte, da loro utilizzate in quei frangenti, che forse è meglio). Precisiamo soltanto che i libri erano stati valutati prima della firma del contratto, ed erano stati giudicati positivamente da loro stessi. Ma su tutto questo stendiamo un velo pietoso… Basti sapere che la collaborazione c’è stata ma solo per brevissimo tempo e ormai è un anno e mezzo che non abbiamo più nessun tipo di rapporto.
Nel merito della questione
Ancora una volta, come già fatto nelle stories sabato sera, condanniamo il loro operato di questi giorni senza se e senza ma. Prima di tutto pensiamo che sia fortemente ingiusto accanirsi in questo modo sulla categoria dei bookinfluencer; non saranno la “RAI” (come hanno affermato i “tipi” del Taccuino), ma se non altro sono la migliore possibilità – se non l’unica – che i piccoli editori (e non solo) hanno a disposizione per farsi conoscere, a dispetto di un mondo dell’informazione ormai monopolizzato dai grossi marchi editoriali. Ma questo lo sanno benissimo, altrimenti non avrebbero inviato libri da recensire a tante pagine Instagram e “Blog amatoriali”… In secondo luogo, ci sembra surreale dover leggere ancora – nel 2020 – frasi di una tale bassezza.
In conclusione
Chiediamo formalmente e pubblicamente a Il Taccuino Ufficio Stampa di rimuoverci dal loro Portfolio: dopo un anno e mezzo dalla cessazione di ogni rapporto, crediamo che la nostra presenza nella loro pagina non abbia più ragion d’essere, specialmente dopo quanto accaduto.
Inviamo un grosso abbraccio virtuale a Daisy, ma anche all’autrice del libro finito al centro della bufera, divenuta anche lei una vittima di quanto accaduto, suo malgrado. Un abbraccio anche a tutti i bookblogger e bookinfluencer che, nonostante tutto, continuano ad andare avanti grazie alla loro grandissima passione per i libri. Massima stima da parte nostra!
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