Saghe come Twilight, Shadowhunters o Vampire Academy fanno ancora oggi impazzire migliaia di lettori. Il romanzo gotico si è evoluto, adattandosi al gusto dei nuovi lettori, ma piace ancora e il suo successo non accenna a tramontare.
Questo però era stato previsto alle origini. Alla metà del 1700 -periodo a cui risale la nascita del genere- scrittori e scrittrici già conoscevano le regole e il fascino della paura e le sfruttarono per scrivere opere diventate indimenticabili.
La metà buia della luna (e del mondo)
Il romanzo gotico si diffonde nel secolo della ragione, dell’ordine e dei lumi: il Settecento. Grandi rivolgimenti storici come la rivoluzione francese e la rivoluzione industriale dimostrarono infatti che la ragione umana può creare forze che possono sfuggire al suo stesso controllo.
Il gotico dà voce alla paura, al timore dell’uomo di non essere onnipotente e di fare la fine di Victor Frankenstein, perseguitato e sconfitto dal prodotto delle sue azioni.
La tradizione del romanzo gotico si apre sotto il segno dell’Italia: il primo romanzo considerato “gotico” è infatti Il castello di Otranto (The Castle of Otranto) di Orace Walpole. L’Italia nel Settecento era considerata un paese esotico, location perfetta per intrighi e delitti.
Da quel momento in poi i romanzi dalle tinte cupe e trame soprannaturali furono un successo editoriale, tanto che la letteratura più tradizionale li considerava libri commerciali e di serie B. Il tempo ha dimostrato il valore di molti scrittori e delle loro opere, tra cui la vera madre del gotico: Ann Radcliffe.
Un giorno di pioggia a Villa Diodati
L’incontro più fortunato per la letteratura gotica fu causato da un acquazzone estivo, che costrinse in casa quattro amici: Lord Byron, John Polidori, Percy e Mary Shelley.
Nella prefazione alla seconda edizione di Frankenstein, Mary Shelley descrive così la serata. Nessuno di loro sapeva che stavano per nascere dei capolavori.
Quell’estate fu umida e inclemente […]. Ci capitarono per le mani alcuni volumi di storie spettrali […] “Ognuno di noi scriverà una storia di fantasmi”, disse Byron e noi accettammo la sua proposta.
Dalla gara letteraria più famosa della letteratura inglese solo due opere furono portate a termine: il racconto breve di John Polidori The Vampyre e il romanzo capolavoro di Mary Shelley, Frankenstein. Lord Byron e Percy Shelley si stancarono presto della gara e lasciarono incompiuti i loro lavori.
Nonostante ebbe un’accoglienza modesta e sia stato inizialmente attribuito a Byron, con The Vampyre John Polidori consacra il mito del non morto succhia-sangue. Tutte le caratteristiche descritte da Polidori torneranno nella letteratura successiva, innanzitutto in Dracula di Bram Stoker. Anche nei moderni romanzi di vampiri (Twilight tra tutti), queste creature vengono presentate con tutte le caratteristiche ormai consolidate dal folklore e dalla letteratura: rifiuto della luce del sole, capacità di trasformarsi, forza sovrumana.
Il gotico in Italia
In Italia il genere gotico compare con lieve ritardo rispetto letteratura europea e si sviluppa nella seconda metà Ottocento, soprattutto con la Scapigliatura.
Sotto la suggestione dei racconti del terrore di Edgar Allan Poe, alcuni testi della Scapigliatura propongono l’immagine della donna che incarna non la vita -come aveva a lungo voluto una tradizione consolidata- ma la morte. Questo accade nel romanzo incompiuto di Ugo Iginio Tarchetti, Fosca, in cui la protagonista è molto simile ad un prototipo di donna vampiro che succhia la vita dell’uomo che cade vittima del suo fascino.
Nella prima metà dell’Ottocento, sebbene non vi siano esempi di testi a tutti gli effetti gotici, si a buon diritto parlare de’ I promessi sposi, che riprende alcune formule ricorrenti del gotico. Questo è il caso di Lucia, che perseguitata prima da Don Rodrigo e poi dall’Innnominato, ricorda le vicende delle eroine gotiche di Ann Radcliffe e Matthew G. Lewis.
Altre letture gotiche:
-
G. Lewis, Il monaco (The Monk)
-
Eliot, Il velo sollevato (The Lifted Veil)
-
Kipling, Il marchio della bestia (The Mark of the Beast)
-
G. Wells, L’isola del Dottor Moreau (The Island of Doctor Moreau)
-
Radcliffe, L’italiano (The Italian) e I misteri di Udolpho (The Mysteries of Udoplho)
-
A. F. de Sade, Justine, o la prosperità del vizio (Justine ou les Malheurs de la vertu)
Lascia un commento